Mercoledi, 30 ottobre 2024 - ORE:07:27

Recensione Terminator Genisys

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Nell’anno dei grandi ritorni come Mad Max e Jurassic Park si riaffaccia al cinema anche la saga di Terminator a 6 anni di distanza dal deludente Salvation. Per questo rilancio che vede pure il ritorno di Shwarzenneger nei panni del mitico T-800 la regia è stata affidata ad Alan Taylor già avvezzo ai block buster avendo diretto Thor: The dark world. Come da tradizione della serie azione no limits e fiumi di piombo non lasciano annoiare lo spettatore ma passata la sbornia da adrnenalina aldilà di un riuscito effetto nostalgia questo Terminator Genisys offre ben poco.

Trama Terminator Genisys

Nel 1997 un attacco nucleare causato dal network Skynet portò sull’orlo dell’estinzione la razza umana e diede inizio al regno di terrore delle macchine. I soppravvissuti alla catastrofe si unirono per dare vita alla resistenza guidata dal suo coraggioso leader John Connor (Jason Clarke) che finalmente nel 2029 riesce ad organizzare un’offensiva definitiva per annientare Skynet.

Quando ormai sembra che la guerra sia finita ecco però che Skynet rivela la sua ultima carta: una macchina in grado di far viaggiare nel tempo, con la quale spedisce nel passato un Terminator T-800 con il compito di eliminare Sarah Connor la madre di John in modo tale da cambiare il futuro. Per salvare il presente dunque Connor sceglie il suo braccio destro Kyle Reese (Jai Courtney) per la delicata missione di proteggere la madre nel 1984. Reese dunque attraversa il vortice temporale ma l’ultima cosa che vede prima del salto è John che viene attaccato da un Terminator sconosciuto.

Durante il viaggio il guerrigliero si accorge che qualcosa non va, i suoi ricordi sono alterati e confusi ed una volta materializzatosi nel 1984 la situazione è ancor più strana. Senza nemmeno il tempo di riprendersi Kyle viene subito aggredito da un T-1000 dal quale si salva solo grazie all’intervento di una aguerrita Sarah Connor (Emilia Clarke), ragazza ben diversa da quella che gli aveva dscritto l’amico John. Essa rivela all’uomo ciò che più temeva: il passato è cambiato.

Sarah svela a Reese che che lei sà tutto del suo arrivo, dei Terminator, di Skynet e del Giorno del Giudizio. Sarah è stata salvata da un T-800 che fu inviato dal futuro al 1973 per salvarla da un altro T-1000 quand’era ancora una bambina, che le ha già spiegato ogni cosa e l’ha addestrata. Il T-800 “Papà” (Arnold Shwarzenegger), ora invecchiato solo nell’aspetto, viaggia con loro con la missione di continuare a proteggerla, come fatto poco prima eliminando il suo equivalente inviato dalla linea temporale di Kyle.

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Tutto è cambiato dunque e per il trio la situazione si fa sempre più complicata: oltre al T-1000 ancora da eliminare Reese ha visioni di ricordi legati al misterioso programma Genisys legato in qualche modo a Skynet, deciso più che mai a preservare la sua esistenza e per questo pronto a lanciare il suo ultimo e più letale servitore: il T-3000.

Commento Terminator Genisys

terminator genisysTerminator Genisys svolge abbastanza bene il suo ruolo di intrattenere. L’azione infatti si attesta sempre su buoni livelli e il vecchio “ma non obsoleto” Shwartzy se la cava ancora bene nel ruolo che insieme a Conan il barbaro lo reso una celebrità anche se le scenette “formato famiglia” dopo poco iniziano a stufare.

Anche Jason Clarke nei panni di John Connor/T-3000 risulta più che convincente destreggiandosi bene tra il passaggio dall’eroe della resistenza allo spietato cyborg. Decisamente più sottotono invece il duo Emilia Clarke/Jai Courtney, poco affiatato e convincente. Singolarmente comunque meglio la star di Game of Thrones che il monoespressivo Courtney.

Discorso trama: sebbene i salti temporali e le linee temporali alternative alla fine del film risultino decisamente comprensibili svariati buchi narrativi restano (Esempio:chi ha inviato Papà nel passato?). Come sempre queste mancanze sono scorie del classico progetto trilogia che prevede altri due film nel 2018 e nel 2019. Si tratta di una tendenza del cinema di oggi che decisamente non si sopporta più e che in questo caso, dati gli incassi buoni ma non ottimali, probabilmente prevederà l’annullamento dei suddetti sequel. Riultato un Salvation bis.

In conclusione nonostante un buon ritmo ed eccellenti effetti speciali Terminator Genisys ottiene la sufficienza principlamente grazie all’effetto nostalgia di rivedere Arnold riprendere i panni metallici dell’indimenticabile T-800. Ancora una volta sorge la questione dei remake e dei sequel: certe saghe non sarebbe meglio lasciarle nella leggenda piuttosto che ricercare operazioni ormai puro marketing sempre più spesso controproducenti?



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