Mercoledi, 8 maggio 2024 - ORE:03:36

Nicole Kidman: vi presento Grace Kelly

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«Un Vulcano dalla cima innevata»

Così sir Alfred Hitchcock descriveva  Grace Kelly, che consacrò a icona di bellezza affiancandola a James Stewart in quel capolavoro che è La Finestra sul Cortile, 1959.
Ne aveva fatta di strada Miss Kelly, figlia di muratori irlandesi, dagli spot del dentifricio alle majors di Hollywood. E lungo la strada, a parte successi, collezionava amanti. Nessuno sapeva resisterle, nessuno poteva. «Hanno cominciato a chiederla in sposa che non aveva ancora 15 anni» racconterà sua madre, alla vigilia delle nozze reali «Ranieri è almeno il cinquantesimo».
Abituati come siamo a pensarla come casta diva, altera e inarrivabile, ci stupisce pensarla come «una ragazza vivace, a cui piaceva divertirsi» come la descrivevano i suoi uomini: «sembrava fragile, ma in realtà era indifesa come un carrarmato Patton».
Robert Lacey, storico e biografo britannico, ha messo in fila gli amanti di Grace ed i loro racconti  nel suo “Grace Kelly la principessa americana”  man mano che la sua carriera avanzava, cambiava anche il tipo di corteggiatore: prima il figlio del concessionario di Philadelphia, poi colleghi d’accademia, attori, registi, insegnanti di recitazione. Tutti molto più anziani di lei, alcuni  sposati, e poi, con i fasti di Hollywood, arrivò la proposta dello scià di Persia, per esempio, che non aveva ancora conosciuto Soraya. La sua proposta di matrimonio venne gentilmente declinata, così come il consiglio dei suoi genitori di restituire i gioielli mozzafiato che lo scià le regalava ogni volta che la portava fuori a New York. Altri uomini, altri tempi. Ma il suo terreno di caccia preferito, era, ovviamente, il set: fuoco e fiamme con Clark Gable, con Jean-Pierre Aumont e William Holden (La ragazza di campagna) ed infine il fidanzato storico, lo stilista Oleg Cassini, con cui arrivò a un passo dall’altare. Finchè non la presentarono al principe Ranieri di Monaco: ubi maior

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Grace Kelly, la principessa triste

A lei che era già regina incontrastata del cinema hollywoodiano, venne offerta la possibilità di diventare una vera reale, interpretando il ruolo che tutte le bambine sognano: sposare un vero Principe e diventare una principessa. E come tale lo prese, come una parte da imparare e recitare alla perfezione. Con eleganza e grande lucidità seppe cancellare il passato da mangiatrice di uomini, fatto di flirt, gioielli, appuntamenti mondani, e fu presentata al mondo nei panni di una pudica principessa monegasca il 19 Aprile 1956. Quello che indossava non era un abito da sposa, era un costume, e infatti venne realizzato da una sarta della Metro Goldwin. Recitò la parte della più virginale delle spose sotto gli occhi del mondo, che assisteva incollato al televisore. «Non sarei mai stata in grado di svolgere il mio ruolo altrettanto bene se non avessi fatto l’attrice» commenterà più tardi. Grace Kelly nel ruolo di Grace di Monaco.
Eppure sei anni dopo, nonostante la corona sul capo biondo, Grace in cuor suo non ha ancora rinunciato alle abbaglianti luci del set. Fuori è un momento caldo: la Francia di De Gaulle minaccia di annettere il principato con la forza. Ma sua altezza reale stringe fra le mani il copione di Marnie, che Alfred Hitchcock ha fatto recapitare fra le sue mani in anteprima: non ci sono storie, per quel ruolo vuole solo lei. Lei, Grace, è combattuta, divisa fra i propri sentimenti e la ragion di Stato. Il film di Olivier Dahan racconta proprio questi mesi cruciali del 1962, quando la Storia si intrecciò con la sua vita privata, reclamandola definitivamente dal cinema. Non è un biopgic su Grace Kelly, ma un film sulla sua scelta più importante, quella di lasciare Hollywood.

Nicole Kidman, la nuova Grace Kelly

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Per tutti, la bellezza di Grace non ha eredi. Confontrarsi con il mito è pressochè impossibile: insomma, interpretare Grace Kelly è uno sporco lavoro, ma qualcuna doveva pur farlo. E Nicole Kidman a quarantasei anni è la fotocopia di Grace quando ne aveva trentatrè: stessa eleganza, stessa bellezza “scolpita nel marmo”, stesso portamento fiero e austero.  «Ha letteralmente stracciato le altre dodici attrici che avevo già provinato – racconta Olivier Dahan, il regista di Grace di Monaco – era già truccata come Grace, parlava come Grace, si muoveva come Grace» Sentiva che quel ruolo, in qualche modo, le apparteneva:

Sono entrata con naturalezza nei panni di Grace: c’è qualcosa nella mia psiche che facilita il compito, mi somiglia, ma a quella che ero quindici anni fa, con Tom Cruise. Ho affrontato il personaggio con una certa riverenza, come se dovessi proteggerlo.Prima la immaginavo su un piedistallo, ora conosco la sua umanità, e in un certo senso la sua intimità.
Nicole Kidman

E pensare che il provino si è svolto via Skype! Se per la Kidman calarsi nel ruolo è stato semplice, per Olivier Dahan è stata particolarmente dura dover difendere copione e girato dagli eredi al trono di Monaco, ai quali proprio non è andato giù il film sulla loro mamma. Correggi di qua, sistema di là, alla fine Dahan è riuscito a spuntarla e il film aprirà il Festival di Cannes il prossimo 14 Maggio (il giorno dopo uscirà nelle sale italiane) Accanto a Nicole Kidman vedremo Tim Roth (Ranieri) Paz Vega (Maria Callas) e Roger Ashton-Griffiths (Hitchcock)

Curiosi? Ecco il trailer in anteprima!

(Fonte: Venerdì di Repubblica 14 Marzo 2014)



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