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Hellboy: Simpathy for the Devil

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Guillermo del Toro: una promessa della filmografia messicana

Hellboy è un film dark fantasy del 2004 di Guillermo del Toro, tratto dall’omonimo fumetto cult di Mike Mignola e primo episodio di una bilogia. Del Toro, già messosi alla prova con la trasposizione cinematografica di un fumetto dirigendo l’ottimo Balde II, non si lasciò scappare l’occasione di girare un film su uno dei suoi eroi cartacei preferiti. Decisione più che mai azzeccata perché per potere rendere al meglio atmosfera e personaggi di questo interessante fumetto fantasy d’autore, era necessario un regista visionario e con un sincero amore verso il mostruoso ed il grottesco, ovvero: Guillermo Del Toro, promessa del cinema Messicano in ascesa. Tuffiamoci dunque in questa avventura intrisa di misticismo, esoterismo e spinosi dilemmi filosofici, ma anche di caotiche sparatorie, furiosi scontri fisici ed ironia pulp.

Trama- siamo nel 1944

Su una sperduta isola della Scozia, il giovane professore Trevor “Broom” Bruttenholm, esperto di “Paranormale” è alla guida di una spedizione di soldati Alleati sulle tracce di un commando Nazista. La missione gli è stata affidata dal presidente Roosvelt in persona, in quanto suo consigliere personale sull’Occulto. I soldati dell’Asse ormai allo stremo delle forze e prossimi alla resa starebbero tentanto un ultimo, disperato tentativo di ribaltare le sorti della guerra: unire scienza e magia nera per completare un oscuro e pericoloso rituale che potrebbe garantirgli la vittoria, il “Ragnarock“. Per la compagnia di soldati USA si tratta solo di chiacchere diffuse da qualche ciarlatano invasato dato che sull’isola ci sono solo rocce e capre, ma sfortunatamente le voci sono realtà.

Giunti presso delle antiche rovine trovano un’intero reparto di soldati d’elite tedeschi, intento a proteggere ed aiutare un’equipe di scienziati impegnati a programmare un misterioso marchingegno. A capo delle truppe naziste Broom riconosce  Karl Ruprecht “Kroenen” , spietato primo assassino e consigliere sull’occulto del Führer, responsabile dell’intero progetto. Ma non è Kroenen la vera minaccia bensì colui che compirà il rito: Grigorij Efimovič Rasputin (Karel Roen), mistico russo sopravvissuto misteriosamente al brutale assassinio ordito contro di lui dai nobili russi prima della rivoluzione. Grigorij aiutato dalla sua amante Ilsa da dunque inizio al rituale sfruttando la macchina costruita dai nazisti ed i suoi oscuri poteri, aprendo un portale verso un’altra dimensione. Il folle piano dello stregone è infatti servirsi dei suoi alleati per liberare dalla loro prigione millenaria gli Ogdru Jahad, i sette dei del caos, che distruggeranno il mondo per farne nascere uno nuovo e migliore plasmato da loro e guidato dal loro discepolo.

Bruttenholm adotta uno strano cucciolo-diavolo: Hellboy

L’intervento dei militari americani è immediato e da inizio ad una sanguinosa battaglia tra i ruderi. Durante il furioso scontro Bruttenholm riesce a distruggere la macchina nazista con una granata. Nell’esplosione che ne segue Kroenen dopo aver mietuto molte vittime rimane ferito mortalmente e Rasputin invece viene risucchiato nel portale mentre si sta chiudendo, scomparendo al suo interno. I tedeschi sono sconfitti dunque ma il professor Broom chiede che la zona sia perlustrata da cima a fondo. La porta è rimasta aperto troppo a lungo e qualcosa potrebbe essere passato. Inoltre di Ilsa e del corpo del sicario non c’è traccia. Perlustrando le rovine infatti il giovane studioso si imbatte nel cucciolo di una creatura simile ad un diavoletto rosso, salvo per il braccio destro, sproporzionatamente grande e di pietra. Bruttenholm decide di adottare il bizzarro ma socievole essere ed a missione conclusa il piccolo viene chiamato Hellboy.

Il salto  nel 2004

Sessant’anni dopo, il giovane agente dell’FBI John Myers ( Rupert Evans) viene promosso e inviato al B.P.R.DBureau for Paranormal Research and Defense (“Ufficio per la ricerca e difesa del paranormale”) con sede a Newark, New Jersey. Compito dell’ufficio è vigilare sulle attività paranormali ed occulte per intervenire tempestivamente in caso di necessità. Ad accogliere lo spaesato ragazzo è il direttore, l’ormai anziano professor Broom (John Hurt) che gli presenta subito uno dei membri di spicco del centro: Abe Sapien (Doug Jones), un uomo anfibio molto cortese ed estremamente intelligente, dotato di grandi poteri extrasensoriali. Myers è stato assunto per diventare l’assistente personale del miglior agente del Bureau: Hellboy (Ron Perlman), “HB” o”Red” per gli amici.

selma-blairHellboy ormai cresciuto è diventato un colosso di due metri dotato di una grande forza fisica, un’immunità completa al fuoco e di una notevole longevità, dato che dopo sessant’anni il suo corpo non ne dimostra più di trenta. Burbero, sboccato e molto goloso il demone cerca di adattarsi il più possibile al mondo degli uomini, limandosi ad esempio le corna ed indossando abiti umani. Suo grande desiderio  sarebbe vivere al di fuori del centro, in mezzo alla gente come qualsiasi altra persona. In più di un’occasione infatti ha rischiato di rivelare al mondo la sua esistenza, causando la nascita di innumerevoli leggende metropolitane sul suo conto ed entrando in conflitto con Tom Manning, suo superiore e capo delle forze speciali dell’FBI. I grandi amori di Red sono due: i gatti (che abbondano nella sua stanza) e Liz Sherman (Selma Blair). Liz è una giovane e bella piromante più volte ospite dell’Ufficio ed ora in cura psichiatrica volontaria per poter guarire dai traumi che le impediscono di controllare i suoi immensi poteri incendiari.

HB non è affatto contento di avere Myers che lo tiene d’occhio come una balia, ma non ha neanche il tempo di cominciare a lamentarsi che scatta l’allarme rosso. Il dovere chiama ed il B.P.R.D risponde. L’intero team comprendente Broom, Myers, Red ed Abe si dirige al museo di New York dove un’entità mostruosa ed affamata ha fatto strage dei custodi. Red ingaggia dunque un durissimo combattimento con l’essere mostruoso di nome Sammael, un demone capace di rigenerarsi, aiutato dal coraggioso Myers. Abe nel frattempo tramite l’uso dei suoi poteri da sensitivo fa una terribile scoperta: a risvegliare il mostro nel museo è stato un redivivo Rasputin aiutato dai suoi assistenti Ilsa e Kroenen. Lo stregone è tornato per finire ciò che aveva cominciato sessant’anni prima: portare l’apocalisse sulla terra. Per terminare il suo folle intento ha però bisogno della “chiave” che gli permetterà di liberare i suoi oscuri signori: Hellboy.

La guerra tra luce e ombre

La guerra tra luce ed ombra sarà combattuta con strenuo coraggio dal nostro “cazzuto” diavolo e dagli altri agenti del Bureau. La lotta contro il terribile nemico metterà il protagonista nelle condizione di dover affrontare i sentimenti che prova per Liz ed il suo più grande dubbio: qual’è la mia vera natura?

Hellboy: Simpathy for the Devil

IFDel Toro dirige un film che centra in pieno l’obiettivo: riprodurre lo stesso feeling del fumetto. L’atmosfera dark e cupa è ricreata perfettamente, così come la resa dei personaggi, che sebbene non del tutto simili alle controparti cartacee, sono molto ben caratterizzati. Essi ed in particolar modo il protagonista con il suo grande carisma suppliscono ad una trama si ben narrata, ma veramente poco originale. Punti forti della pellicola comunque sono sicuramente la forte vena ironica che permane in tutto il film per evitare di renderlo troppo melodrammatico e bellissimi scontri che vedono impegnato Hellboy contro i suoi nemici, con coreografie di combattimento davvero efficaci ed avvincenti che vedono l’uso della computer grafica in questo frangente ridotto all’osso.

Ottimo poi il cast che forma un ottimo quadro d’insieme. John Hurt con la sua signorile recitazione inglese è oltremodo perfetto nel ruolo del professor Broom. Karel Roden con quel suo sguardo glaciale e la ricercatezza nei movimenti rende egregiamente l’idea di sapiente malvagità del mistico Rasputin. Doug Jones, grande caratterista e mimo non poteva essere scelta migliore per il sobrio e riflessivo Abe Sapien. Buona anche la coppia dei coprotagonisti Evans/Blair. Il primo veste molto bene i panni dell’inesperto ma tenace agente Myers, pronto a dare tutto per i suoi compagni. La seconda con quello sguardo sempre in bilico tra il triste e l’arrabbiato  si trova a suo agio nel ruolo della turbata piromante Liz. Infine Ron Perlman, il cui ruolo gli sembra stato cucito addosso. Veramente strabiliante come l’attore si sia calato così bene nella parte del cornuto demone rosso, riportando sul grande schermo tutta la sua forza, la sua ironia e pure la sua incorreggibile strafottenza.

Le punte d’onore del film

HellboyFotografia, effetti speciali e computer grafica ben sfruttati, ma il vero plauso va al trucco, ai costumi e alle scelte stilistiche di Del Toro. I personaggi sembrano letteralmente saltati fuori dalle pagine del fumetto. Impressionante dunque il lavoro svolto da truccatori e sarti, soprattutto se prendiamo come esempio il costume di Sammel. Buona anche la colonna sonora.

Hellboy è dunque un ottimo prodotto di puro intrattenimento che brilla per le interessanti scelte stilistiche del suo regista e per il suo protagonista fuori dagli schemi degli eroi classici dei fumetti e dei film. Infatti dopo averlo visto in azione non potrete non provare che simpatia per questo “povero diavolo”.



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