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Godzilla: Il re dei mostri ruggisce ancora

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Devo essere sincero, pensavo che questo Godzilla fosse un reboot del primissimo capitolo sulla t falsa riga di quello di Emmerich del 1998, ma invece mi sbagliavo, la storia è totalmente originale. Inoltre non solo l’aspetto del mostro rimanda alle sue origini nipponiche ma pure il film in sé  si rifà alla lunga serie di lungometraggi made in Japan nei quali a tiranneggiare sullo schermo non c’è solo il gigantesco dinosauro. Deluso quindi? Tutt’altro! Per una volta sono davvero felice di essermi sbagliato!

1954

I test nucleari condotti dagli americani nel Pacifico risvegliano un essere di un’epoca remota, un immenso dinosauro che si nutre di radiazioni e che vive negli abissi oceanici. La creatura viene chiamata Gojira (Godzilla) e la sua specie Godzillasauro. I tentativi di eliminare la creatura anche per mezzo delle bombe A sono inutili, così viene fondata un’organizzazione, la M.O.N.A.R.C.H il cui scopo è tenere segreta al mondo l’esistenza della bestia.

1999 

Un crollo minerario nelle Filippine ha richiesto l’intervento sul posto di un team di scienziati della M.O.N.A.R.C.H guidati dal dottor Ichiro Serizawa (Ken Watanabe). Sotto la miniera è situata una grotta nella quale ritrovano lo scheletro di un godzillasauro, la cui morte sembra legata a due crisalidi di parassiti attaccate alle ossa. Una è chiusa e non da segnali di attività, ma l’altra è invece aperta  e qualcosa di enorme è fuoriuscito da essa per farsi strada fino all’oceano. La creatura in forma si dirige verso la città di Janjira, Giappone, non molto distante da Tokyo. Lì infatti si trova una grande centrale nucleare dalla quale la bestia intende trarre il suo nutrimento: le radiazioni.

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A Janjira  Joe Brody (Bryan Cranston) vive insieme a sua moglie Sandra (Juliette Binoche) ed il figlio di 11 anni Ford. Joe e Sandra lavorano come supervisori alla centrale nucleare ma nulla possono quando la furia del mostro si abbatte sulla struttura. L’uomo onde evitare la fuoriuscita letale di radiazioni è costretto a sigillare le porte del piano del reattore, lasciando però dall’altra parte Sandra, che gli chiede di prendersi cura del piccolo Ford. L’impianto crolla, la città viene evacuata e posta in quarantena e la colpa di tutto viene data ad un tragico terremoto. Joe però non ci sta, non sa cosa ha causato l’immane catastrofe ma sa che non è stato un semplice sisma.

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2014

Sono passati 15 anni dalla tragedia di Janjira e Ford (Aaron Taylor-Johnson) ormai cresciuto è diventato un esperto artificiere dell’esercito ed ha messo su famiglia a San Francisco con la giovane infermiera Elle (Elizabeth Olsen) dalla quale ha avuto un figlio, il piccolo Sam. Di rientro dall’ennesima missione Ford vorrebbe godersi finalmente del tempo con i suoi cari ma una telefonata rovina tutto: Joe è stato arrestato in Giappone.

L’ex supervisore per tutto quel tempo ha fatto ricerche e studi sulla tragedia in cui perse la moglie, sopraffatto dal senso di colpa di non averla potuta salvare. Il figlio ormai lo crede un folle, ossessionato com’è dal passato, ma nonostante tutto decide di volare fino a Tokyo e pagare la cauzione per liberarlo. Joe una volta libero convince il figlio ad accompagnarlo nella loro vecchia casa a Janjira per recuperare dei vecchi dischetti che dimostrerebbero tutte le sue teorie sull’insabbiamento dei fatti di 15 anni prima. Nonostante il rischio di un nuovo e definitivo arresto i due si recano alle rovine della città.

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Sul posto Joe fa subito un’inaspettata scoperta, la zona messa in quarantena non è contaminata da radiazioni letali. I due poi riescono a recuperare i dischetti ma subito dopo vengono arrestati e condotti ad una nuova struttura costruita sulle macerie della vecchia centrale e gestita dalla M.O.N.A.R.C.H. L’edificio è stato costruito per custodire un enorme bozzolo. A capo della struttura c’è il Dr. Serizawa che ha battezzato la creatura M.U.T.O (Massive Unidentified Terrestrial Organism). Gli avvertimenti di Joe sulla pericolosità di ciò che stanno nascondendo si rivelano ben presto realtà. Una bestia alata di trenta metri esce dal bozzolo distruggendo l’intera struttura emettendo anche onde elettromagnetiche che spegnendo ogni dispositivo elettrico nell’area d’azione, gli facilitano il lavoro. Joe purtroppo resta mortalmente ferito nello scontro.

1La fuga della bestia è solo il preludio ad un catastrofe ben maggiore. Essa è un maschio ed è sua intenzione riunirsi il prima possibile alla sua ben più grande compagna per nidificare insieme. Mentre il mondo piomba nel caos Ford si riunisce all’esercito per combattere la minaccia e rientrare il prima possibile a casa per mettere in salvo la sua famiglia.  Il risveglio delle due bestie preistoriche però ha scatenato la caccia del loro predatore naturale: Godzilla, la bestia alpha è tornata per ristabilire l’ordine naturale, anche se a farne le spese saranno Honolulu e San Francisco. Lo voglio dire subito Godzilla di Gareth Edwards è un bel film, non è esente da difetti certo, ma è un monster movie davvero ben fatto. Il regista inglese che fosse dotato per certe produzioni ce l’aveva già mostrato con Monsters, ma questo per lui era il primo blockbuster e soprattutto era Godzilla, soggetto non facile da rilanciare.

Edwards tratta molto bene il materiale su cui deve lavorare, accantonando subito l’idea di film con solo il lucertolone ma optando per uno in cui è impegnato in una lotta contro altri mostri colossali, di gusto meno americano e più orientale. Molto americano però è come gestisce lo svolgersi del film. Infatti dedica molto spazio alle azioni degli umani e sebbene i personaggi e le loro azioni siano un po’ stereotipati, non annoiano come invece accade nella maggior parte dei casi.

Coraggiosa poi la scelta di aspettare prima di mostrare Godzilla in tutta la sua potenza, centellinando nella prima metà del film le sue apparizioni, sempre parziali o nascoste da fumo o nebbia, lasciando di fatto per un’ora il palcoscenico ai M.U.T.O. con una partenza lenta.

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Un Godzilla colossale

L’aspettativa dello spettatore è però ripagata nella seconda parte, con il re dei mostri in forma smagliante. Più di 100 metri di bestia, è il Godzilla più grande di sempre che recupera il suo design originale (ruggito annesso) ed anche il suo famoso respiro atomico, assente nella versione di Emmerich. Gran parte del merito va però al direttore della fotografia Seamus McGarvey bravissimo a gestire sia i momenti di suspense, sia quelli dei furiosi combattimenti, di un realismo incredibile grazie alla formidabile computer grafica. Vedere il dinosaurone in azione è una vera gioia per gli occhi ma anche le parti che vedono i soldati in azione sono molto curate.

Sul piano recitativo il cast vede svettare Cranston e Watanabe che interpretando i due personaggi più complessi hanno maggior possibilità di mettere in mostra le proprie capacità recitative. Il primo fa bene l’uomo ossessionato dal passato, l’altro invece lo scienziato dallo sguardo sempre impaurito perchè conscio che l’uomo non può nulla in questo caso. Taylor-Johnson svolge bene il suo compitino di soldato e padre coraggioso. Il resto del gruppo non sfigura pur con personaggi che per ragioni di trama sono molto limitati.

Che dire, questo Godzilla in veste di garante dell’equilibrio naturale a me è piaciuto poichè è una buona sintesi tra cinema giapponese ed americano molto divertente. Inoltre il film non abbandona il tema storico della saga, la paura del nucleare ma principalmente dell’arroganza dell’uomo di poter controllare la natura con la tecnologia, senza tenere conto delle terribili conseguenze che ciò può comportare. Il re dei mostri è tornato dunque e il suo ruggito è più forte che mai.



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