Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:04:35

Benvenuti a Zubrowka, o meglio, nel Grand Budapest Hotel

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Wes Anderson torna con The Grand Budapest Hotel

Wes Anderson, in questo suo nuovo lavoro “The Grand Budapest Hotel”, ripropone i suoi temi: la presenza di due personaggi profondamente legati l’uno all’altro da un vincolo di fedeltà e amicizia, il disagio tragicomico dei personaggi, spesso individui soli o troppo diversi per essere capiti del mondo, caratterizzati da manie e fratture interiori del passato.

Wes Anderson riafferma il suo stile, inquadrature simmetriche, immagini pulite

I colori fanno pensare a un grande dolcetto coperto di glassa (e questa volta i dolci ci sono davvero).
Quest’ultimo film, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, rappresenta anche però una evoluzione nella carriera del regista che pur riproponendo le cose che gli interessano e su cui ha anche una attenzione un po’ maniacale, tutto è come sempre studiato nei minimi dettagli: gli oggetti, la loro posizione, i costumi e i movimenti dei personaggi, dirige quasi come se volesse confermare un suo personalissimo manifesto stilistico e tematico sull’arte del narrare.

Il Gran Budapest Hotel è fondamentalmente un film sull’importanza della narrazione

bagno

Gustave-wes-andreson

La storia del racconto si dispiega in varie fasi: Uno scrittore racconta come il suo romanzo abbia preso origine dalla narrazione di fatti ricevuta da uno de protagonisti della vicenda, Zero, il vecchio facchino dell’hotel, a sua volta depositario dei racconti del Concierge Gustave ( interpretato da un eccezionale Ralph Fiennes). Proprio Gustave è la chiave del racconto, il simbolo di questa importanza della narrazione, il protagonista indiscusso, donnaiolo (ma appassionato di relazioni con donne anziane e finanziariamente molto stabili), vanitoso, amante del bello, soprattutto quando permette di raggiungere dei vantaggi. Gustave è eccentrico ma stabile, si preoccupa di tener vivo un mondo, quello del Grand Hotel, ormai sull’orlo della fine.
Il concierge è manierista, affettato, a tratti stucchevole, eppure è un magnifico distacco dal mondo grigio e oppressivo che c’è fuori dal Grand Budapest Hotel, è in grado di trasmettere calore, di rialzarsi sempre dalle tragicomiche vicende che lo riguardano nel corso del film, depositario dei segreti di tutti coloro che vivono nell’edificio e soprattutto dei suoi segreti, quelli del suo passato, della sua infanzia, che emergono sotto forma di piccole manie, gesti quasi trascurabili nel corso della vicenda, ma che non vengono mai svelati. Un personaggio determinato, con una grande spinta vitale che fluisce per tutto il film, partendo dagli anni 30 fino ad arrivare quasi nel presente, tanto vivida da essere l’oggetto di un romanzo.
Gustave stringe con il giovane facchino Zero un legame profondo, un patto di sangue che porterà i due individui, a loro modo soli, a sostenersi in tutto per tutto.

I due personaggi sono due perdenti, due esistenze destinate, seppur in due momenti diversi, alla rovina e alla fine, malinconici come lo stesso hotel, che rimane lì, possente e placido, rosa e bianco come una torta gelato che però, piano piano si sta sciogliendo.

Anderson ha usato la sua immaginazione, ha creato una città che non esiste

zero

amore

L’Hotel è quasi la concretizzazione delle sue fantasie. Tutte le stanze dall’albergo sono il groviglio di pensieri e immagini della mente umana, disordinati ma legati l’uno all’altro da un unico filo narrativo: ha unito il bello all’amore, l’attenzione per i dettagli e le inquadrature precise a un racconto anarchico, è stato in grado di isolarsi completamente dalla pallida realtà e di evadere come in un sogno un po’ sconclusionato, ma che lascia una bella sensazione addosso.
Fatevi un viaggo a Zubrowka, guardate le sue cime innevate e le vie della sua città “ Lutz”, fermatevi di fronte alla vetrina rosa della pasticceria Mendls e cercate dalla vetrina una ragazza impegnata a farcire torte con un voglia a forma di Messico sulla guancia ( Saoirse Ronan), entrate nel Grand Budapest Hotel, alla fine, e cercate di rimanerci il più a lungo possibile.

The Gran Budapest Hotel
Regia di Wes Anderson
Uscita nelle sale italiane: 10 aprile 2014
Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino.
Attori principali: Ralph Fiennes, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Jude Law, Adrien Brody, Willem Defoe.

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