Mercoledi, 1 maggio 2024 - ORE:23:41

X-Men: Giorni di un futuro passato – Il rilancio di Bryan Singer

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Dopo 11 anni dall’amatissimo X-Men 2, Bryan Singer ritorna alla regia del celeberrimo gruppo di mutanti

Singer dopo i non proprio eclatanti “Operazione Valchiria” e “Il cacciatore di giganti” prova a rilanciarsi riprendendo in mano la saga che fece decollare la sua carriera. Il compito non è affatto semplice in quanto l’ottimo lavoro svolto da Matthew Vaughn con X-Men: L’inizio è un metro di paragone molto scomodo ed in più il soggetto scelto, la saga “Giorni di un futuro passato”, oltre ad essere una delle più amate è anche caratterizzata da una trama molto complessa. Riunito un cast stellare che comprende mutanti di due generazioni, Singer estrae gli artigli per una nuova sfida.

Anno 2023, in un futuro buio e distopico i mutanti sono quasi tutti estinti a causa delle Sentinelle, robot senzienti costruiti con la bioingegneria, in grado di adattarsi a qualsiasi avversario si trovino di fronte. Questo nemico invincibile ha fatto strage anche di quasi tutti gli X-Men, ormai ridotti ad un piccolo manipolo composto da veterani come il Professor Charles Xavier (Patrick Stewart), Magneto/ Erik Lehnsherr (Ian McKellen), Tempesta (Halle Berry), Logan/Wolverine (Hugh Jackman) e qualche giovane come Kitty Pride (Ellen Page), Uomo Ghiaccio, Colosso, Warpath, Blink, Alfiere e Sunspot.

Braccati senza tregua dalle Sentinelle l’ultimo speranza per i mutanti risiede nei poteri combinati di Kitty e Wolverine. Il piano ideato dal  Professor Xavier e Magneto prevede di usare il potere di Kitty di trasportare indietro nel tempo la coscienza di una persona (già usato per scampare alle Sentinelle), applicandolo su Logan, che grazie ai suoi poteri rigenerativi è l’unico a poter sopportare un “viaggio nel tempo ” di anni, dato che lo sforzo psichico sarebbe letale per qualsiasi altro X-Men, pure per Xavier. Wolverine deve dunque  tornare indietro fino agli anni 70 per impedire a Mystica (Jennifer Lawrence) di uccidere lo scienziato Bolivar Trask (Peter Dinklage), ideatore del Progetto Sentinelle, la cui morte è stata il fattore scatenante dell’approvazione del suo piano di sterminio dei mutanti.

Chiusi in un tempio tra le montagne della Cina, il gruppo di supereroi deve guadagnare più tempo possibile per Logan affinchè possa compiere la sua missione. Ma una volta risvegliatosi nel 1973 l’unghiato eroe non può agire da solo e su consiglio di Xavier si muove alla ricerca della versione più giovane del professore (James McAvoy) che si trova alla sua scuola per giovani dotati (mutanti) insieme all’amico Hank McCoy/Bestia. Ma il professore che trova Wolverine è molto diverso da quello del futuro: è un uomo distrutto dal passato e dalla perdita di molti suoi studenti e professori nella guerra in Vietnam, sfociato nella dipendenza dall’alcol e da una sostanza che gli permette di camminare a scapito però dei suoi poteri. Per Logan sarà difficile convincere il giovane a credere che viene dal futuro ed ancor di più che per riuscire nella missione sarà necessario anche l’aiuto del suo peggior nemico: Magneto (Michael Fassbender). Si prospetta una doppia lotta contro il tempo per il gruppo di eroi, se la missione di Logan fallirà sia passato che futuro saranno condannati tanto per i mutanti, quanto per gli umani.

X-MENQualcuno lo ha già definito il miglior X-Men di sempre e di questo si potrebbe discutere abbondantemente, quello che è certo però è che Singer ha girato un ottimo film. Pur presentando meno scene d’azione dei suoi predecessori, quelle presenti sono di ottima qualità, sfruttando a pieno il l’incredibile comparto tecnico messo a disposizione. Le migliori sono sicuramente le sequenze del velocissimo Quicksilver insieme a quelle che vedono Magneto scatenare la furia dei suoi devastanti poteri. Altro punto forte del film è l’ottima resa dei personaggi, molto ben caratterizzati e valorizzati dai buonissimi dialoghi.

Una nota stonata si può riscontrare se andiamo ad analizzare la trama, che è si ben sviluppata e riportata sul grande schermo senza soffrire i continui salti tra presente e passato, ma non è esente comunque da evidenti incongruenze. Chi ha visto tutti gli altri X-Men non faticherà infatti a notare situazioni o avvenimenti che stridono con i precedenti episodi, forse perchè si è stati fin troppo fedeli alla controparte cartacea. Il tema portante come sempre è il rispetto e la difesa nei confronti di chi è diverso, tema ormai abusato ma che qui è trattato con la giusta leggerezza per non cadere in triti moralismi visti e rivisti. Stesso discorso vale per il tema del futuro distopico, argomento fin troppo di moda ultimamente.

Per quanto riguarda gli attori invece non possiamo fare altro se non distribuire elogi. Stewart, McKellen e Jackman ormai sono un tutt’uno con i loro personaggi, ma pure le nuove leve Fassbender, McAvoy e Lawrence sono straordinari. McAvoy migliora notevolmente rispetto a X-Men: L’inizio, riuscendo a impersonificarsi meglio nel Professor X, qui in versione “scoppiato” anni 70. Fassbender conferma invece il suo talento, interpretando un Magneto sempre elegante e sarcastico ma con in più il furore della gioventù. Jennifer Lawrance è sempre magnifica e interpreta con disarmante naturalezza la rabbiosa Mystica. Tanto di cappello. Seguono poi tutti gli altri, tra i quali sono presenti Ellen Page e Halle Berry, che pur nei loro ruoli secondari o cammei se la cavano egregiamente per la gioia di tutti i fans. Quasi dimenticavo, Peter Dinklage è un mostro di bravura qualsiasi cosa sia chiamato a fare.
Gli X-Men continuano la loro marcia trionfale al cinema. Sono stati protagonisti del primo Superhero Movie di  qualità ed eccetto il mezzo scivolone dello spin off sulle origini di Wolverine, hanno sempre brillato sul grande schermo. Singer finalmente ci rimostra il suo vero potenziale, speriamo continui così anche nel già annunciato sequel, X-Men: Apocalypse.



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