Mercoledi, 30 ottobre 2024 - ORE:07:27

Vorrei vivere in un film di Wes Anderson

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Gli esordi di Wes Anderson

Personaggio eccentrico ed inequivocabilmente geniale, Wes Anderson è nato ad Hudson, Texas, nel 1969. A vederlo non sembra poi così grande, ma magari è solo merito della sua aria un po’ sognatrice. Frequenta la Westchester High School e poi la  St. John’s School, dove inizia la sua carriera come drammaturgo per il teatro studentesco che, purtroppo, è stato demolito.
Successivamente si iscrive alla University of Texas per studiare filosofia. Qui incontra i fratelli Wilson, Luke ed Owen, con i quali collaborerà per la sua prima produzione, ovvero un cortometraggio intitolato Bottle Rocket. Brooks, produttore cinematografico, vede qualcosa nei ragazzi e decide di dargli una possibilità aiutandoli a presentare il cortometraggio al Sundance Film Festival. Ottengo così abbastanza successo da rimediare i fondi per produrre un lungometraggio tratto dal progetto iniziale e iniziare la loro carriera cinematografica.

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Ma il vero talento di Wes Anderson come regista si svela solo nelle sua seconda produzione: I Tenenbaum. Scritto insieme ad Owen Wilson, il film affronta le vicende di un uomo che cerca di riavvicinarsi alla sua famiglia per riparare ai danni che il tempo ha inflitto ai suoi legami interni. Oltre a dirigere in maniera eccezionale il cast, Anderson riesce ad imporre fin da subito i suoi criteri tecnici ed estetici, conferendo al film un’identità propria e un altissimo potenziale attrattivo.
Due anni dopo dirige un film scritto in collaborazione con Noah Baumbach: Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Il film ha la stessa impronta tecnica de I Tenenbaum, ma la storia è molto più articolata. Bill Murray interpreta, infatti, un oceanologo e documentarista che, ossessionato dallo squalo-giaguaro che ha ucciso il suo compagno di avventure, decide di iniziare una spedizione navale con una compagnia molto assortita.  Ancora una volta il cast conta nomi importanti e le interpretazioni fuori dagli schemi sorprendono gli spettatori che sono abituati a ruoli più semplici.

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Ormai affermatosi nel mondo del cinema come personaggio emergente per il suo talento, il regista dirige Il treno per Darjeeling, un film che vede protagonisti Owen Wilson, Jason Schwartzman ed Adrien Brody. Il figlio maggiore dei Whitman decide di riunirsi con i suoi fratelli dopo aver sfiorato la morte in un incidente motociclistico. Organizza quindi un itinerario attraverso l’India, ma non tutto andrà secondo i suoi piani.
Poco dopo deciderà di dedicarsi ad un progetto del tutto nuovo, un lungometraggio animato realizzato in stop motion. Si tratta di Fantastic Mr. Fox, la cui storia si rifà ad un libro di Roald Dahl “Il signor Volpe” e parla delle avventure di una volpe che deve vedersela con gli uomini. Un film di animazione che ha catturato più adulti che bimbi, ma che è la prova inconfutabile della delicatezza con cui Anderson riesce ad analizzare tematiche abbastanza forti.
Nel 2012 decide di portare sui grandi schermi una storia d’amore e per questo dirige Moonrise Kingdom. Coordinate spaziali astratte ospitano le avventure di due ragazzini che decidono di sfuggire al controllo degli adulti per vivere in pace il loro amore.

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I film di Wes Anderson: simmetria, luci ed ironia

Ciò che non può sfuggire nemmeno allo spettatore più distratto è la delicatezza di tutti i suoi film. Colori sgargianti in tonalità pastello, contrasti forti e personaggi eccentrici sono i capisaldi della filmografia del regista statunitense che, con soli otto lungometraggi, è riuscito a beffarsi dei pregiudizi riguardo il cinema drammatico. Le tematiche forti e le emozioni intense, non sempre positive, sono celate in una profonda ironia che trova la sua massima espressione nello sguardo afflitto e rassegnato di Bill Murray. Ma ci sono anche personaggi che si intromettono nella narrazione e la deviano grazie alla loro tenacia e stranezza, cercando il modo di remare contro la corrente sempre loro avversa e un po’ meschina.
Non esistono, infatti, personaggi “cattivi”, veri e propri antagonisti. Il confronto tra i vari personaggi, nelle varie vicende da Anderson inscenate, è puerile e sfrontato, ma non cela mai rancore o odio. Quello che i personaggi cercano quando si intromettono nel percorso di un altro è un riscatto per le proprie delusioni. È quindi l’amarezza a legare, il più delle volte, i personaggi tra loro.
Ma Wes Anderson non è solo questo, perché attraverso la sua simmetria perfetta ( esplicata in maniera adorabile ed esauriente da Kogonada in un video fruibile su Vimeo) riesce a bilanciare elementi molto forti, rendendo equilibrate anche le scene più caotiche e disordinate. In una recente intervista rilasciata a Milano, Billy Murray ha detto questo riguardo il lavoro svolto da Clooney rispetto a quello svolto da Anderson “George ha fatto un film sull’arte, Wes fa film d’arte“.
Ultimo aspetto fondamentale delle sue produzioni è la collocazione spaziale e, di conseguenza, sociale. Le vicende fiabesche che decide di trasportare sul grande schermo hanno sempre luogo in ambienti isolati, come una casa o una nave, come un’isola o un albergo. Il regista intende estrapolare le vicende dal contesto sociale, lasciando ai personaggi molta libertà d’espressione.



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