Giovedi, 25 aprile 2024 - ORE:00:56

Orso d’Oro ai Taviani: l’Italia si riprende un premio prestigioso

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L’ultima volta che la giuria del Festival del Cinema di Berlino premiava un film italiano era il 1991. Il film era “La casa del sorriso” di Marco Ferreri. Dopo quel trionfo, l’Italia non aveva più ricevuto questo riconoscimento a Berlino. In compenso si era messa in mostra con la vittoria di “Così ridevamo” di Gianni Amelio, nel 1998, che si era aggiudicato il Leone d’Oro al Festival di Venezia; il leggendario premio Oscar come miglior film straniero nel 1999 al grande “La vita è bella” di Roberto Benigni; la Palma d’Oro a Cannes al film “La stanza del figlio” di Nanni Moretti, nel 2001; i successi di Garrone e Sorrentino nel 2008 con i film “Gomorra” e “Il divo”, che vinsero a Cannes i premi della Giuria.

Ieri a Berlino hanno vinto Paolo e Vittorio Taviani, uno 80enne , l’altro 82enne, per il film “Cesare deve morire”. Il film ha come protagonisti i detenuti del carcere di Rebibbia che si trasformano i interpreti shakespeariani per mettere in scena il famoso “Giulio Cesare” di William Shakespeare. Il verdetto della giuria, come del resto la salita dei fratelli Taviani sul palco, viene accompagnato da un luogo e sentito applauso da parte del pubblico. I Taviani abbracciano e ringraziano il direttore del festival Dieter Kosslick e il presidente della giuria Mike Leigh, poi Paolo inizia lancia il suo messaggio al pubblico “se guardate quei detenuti , anche se colpevoli di crimini orrendi, ricordate che sono comunque esseri umani. Ricordate che grazie ai sentimenti e alle parole di Shakespeare quei detenuti sono tornati alla vita per pochi giorni, pochi giorni vissuti con grande passione.

A loro va il nostro saluto”. Vittorio fa poi l’elenco dei nomi e definisce i detenuti “persone che, mentre noi stiano qui sotto le luci del festival e l’allegria del premio ricevuto, vivono nella solitudine delle loro celle”. L’atmosfera che le parole dei Taviani creano è di grande commozione, e non solo tra gli italiani, tra i quali la produttrice del film, storica collaboratrice dei due fratelli, Grazia Volpi, non riesce a trattenere le lacrime. Si commuove anche Nanni Moretti, che si è preso l’impegno di distribuire il film con la Sacher a partire tra due settimane. Moretti, che ha accompagnato i Taviani fino a Berlino, afferma di aver visto “Cesare deve morire” a novembre e “di averlo preso subito, senza stare a pensare a festival e premi”.

Il rapporto di Nanni Moretti con i fratelli Taviani è iniziato nel 1973, 39 anni fa, quando i tre si sono conosciuti. Moretti Racconta che “gli facevo vedere i miei cortometraggi, ho insistito talmente tanto che alla fine mi hanno fatto recitare in “Padre padrone” nella parte di quello che insegnava il latino. A Berlino io ho vinto l’Orso d’Argento con “La messa è finita”, oggi è bello ritrovarci qui. Siamo tutti molto contenti”.



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