Venerdi, 8 novembre 2024 - ORE:02:38

Esplode la Gatsby Mania, ma i librai protestano contro i divi in copertina

Gatsby

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Gatsby Mania: la grande attesa

La colonna sonora l’abbiamo ascoltata, il cast lo conosciamo a memoria, abbiamo letto le interviste, guardato il trailer. Nell’attesa del film evento di Baz Luhrman, Il Grande Gasby, a giorni nelle sale italiane (16 Maggio) ci siamo completamente immersi nell’atmosfera dell’Età del Jazz, magari anche riprendendo in mano il romanzo di Scott Fitzgerald da cui è tratto il film. Già, ma quale? Quella vecchia copia abbandonata sugli scaffali dai tempi del liceo o la nuova, scintillante ristampa che fa bella mostra di sé in tutte le librerie? Cavalcando l’onda della Gatsby-mania infatti, il capolavoro di Fitzgerald è stato ristampato con una nuova copertina, al posto di quella storica con gli occhi di donna su fondo blu: sulla nuova campeggia invece un altro paio d’occhi, anzi, un viso intero, quello di Leonardo di Caprio nei panni (lossosissimi) di Jay Gatsby, attorniato dai co-protagonisti del film.
Apriti cielo: i librai di New-York, nonché l’esercito compatto dei lettori affezionati, hanno storto il naso di fronte a questa a questa contaminazione divistica, frutto di un’operazione commerciale in grande stile; complice anche il ritardo con cui è uscito nelle sale – il film era originariamente atteso nell’estate del 2012- Gatsby ha visto una strategia di marketing e una campagna pubblicitaria senza precedenti.

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GG original CovLa protesta dei librai si fa sentire

Quel libro è un classico, non gli si cambia vestito!” affermano con energia i librai di Soho, il quartiere degli artisti e delle librerie storiche di New York, che si rifiutano di mescolare letteratura e cinema. Sul fronte opposto, la catena Wal-Mart lo espone in vetrina contenta che il pubblico abbia la sensazione ‘di acquistare un prodotto sempre nuovo’. Salomonicamente, le catene Barnes e Noble le espongono entrambe: la nuova, con tutto il cast ammiccante, a fianco a quella blu tradizionale. Storica, ma che a suo tempo, con quel viso malinconico di donna sopra una NewYork scintillante, non piacque nemmeno allo stesso Fitzgerald: Ernest Hemingway, grande amico di Francis Scott, definì la copertina dipinta da Francis Cugat “perfetta per un pessimo libro di fantascienza”.

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Gioielli Tiffany dei Ruggenti anni Venti avvolgono una sofisticata Carey Mulligan

Intanto, il libro schizza in cima alle classifiche di vendita, e ovunque impazza il revival dei Ruggenti Venti: gli anni in cui, mentre Fitzgerald scriveva il suo capolavoro, Louis Comfort Tiffany, fondatore della leggendaria gioielleria sulla Fifth Avenue, insegnava alle signore dell’ upper-class newyorkese a indossare i gioielli e arredava le loro case con le preziose lampade art-decò e le meraviglie in argento.
A cent’anni di distanza Tiffany ha disegnato una collezione ispirata al ‘glamour dell’età del jazz’ che contiene anche le gioie che Carey Mulligan ha indossato per trasformarsi nella sofisticata Daisy Buchanan: la sua tiara di diamanti e le polsiere di perle sono state vendute all’asta e il resto della collezione è stato presentato, in occasione dell’imminente lancio del film, durante il Blue Book Ball, una serata di gala affollata di celebrità in stile Anni Venti. Allestite a tema anche le vetrine sulla Fifth, niente meno che da Catherine Martin, la costumista del film. Le maisons che hanno vestito gli attori lanciano nelle loro collezioni pezzi ispirati ai costumi del film: Prada, che ha setacciato gli archivi vintage, e Brook Brothers, che rispolvera blazers e completi dall’allure retrò.
Oltre che nel campo della moda, che già da tempo strizza l’occhio al fascino malizioso delle flappers, ovunque si respira un’aria frizzante in puro stile West-Egg: in uscita nelle librerie “ Z: A Novel of Zelda Fitzgerald”, il romanzo-biografia di Therese Ann Fowler sul mito di Francis e Zelda; intanto nei teatri inglesi la compagnia inglese Northern Ballet porta in tourneè la versione del romanzo sulle punte.
Non parliamo poi della costellazione di accessori in tema Gatsby, dai cocktails (se volete essere di tendenza ordinate un Proibiton Era, creato appositamente da Ben Reed per una delle tante feste a tema) ai gadgets (negli States va a ruba la felpa stampata ‘I party with Jay Gatsby’, che avrebbe fatto inorridire il vero Jay, l’uomo dalle camicie eleganti); la Nintendo lancia addirittura il videogioco con un piccolo Mario/Gatsby – e qui, chi si era scandalizzato per la nuova cover del romanzo può giustamente mettersi le mani nei capelli.

GatsbyIl fascino immortale di Gatsby

Insomma, è Gatsby-mania.
La chiave del fascino immortale del romanzo di Fitzgerald è nell’affresco, pieno di luci e di ombre, che traccia della New York pre-crisi del ’29: in post-crisi economica(e forse nemmeno tanto post) ci seduce con la sua opulenza, il lusso sfrenato, l’euforia delle feste dove si ballava tutta la notte a ritmo del jazz e dove l’alcool scorreva a fiumi; ma al tempo stesso ci somiglia nel cinismo, nell’ipocrisia di una società spregiudicatamente arrivista, corrotta, ossessionata da soldi e potere.
Gatsby non solo incarna il mito tutto americano dell’uomo che si è fatto da solo, incarna la parabola di un oscuro passato e il sogno di un presente sfarzoso destinato a finire in tragedia, incarna le speranze disattese di quella manciata d’anni ruggenti, incastrati fra la fine di una guerra e una disastrosa crisi economica, pieni di vita e di contraddizioni: se a quasi cent’anni di distanza Fitzgerald è in cima alle classifiche di mezzo mondo, non può essere solo una questione di copertina.



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