Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:06:14

“Dove sognano le formiche verdi” di Werner Herzog

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Trama: Nel deserto dell’ Australia del Nord una grande multinazionale inglese compie degli scavi in cerca di giacimenti di uranio. Un gruppo di aborigeni lotta contro le speculazioni della compagnia mineraria per difendere un luogo sacro, e con esso, tradizioni, sentimenti e sogni della loro comunità. Un geologo (Bruce Spence) assoldato dalla compagnia, inizialmente favorevole alle ricerche sul territorio, si convertirà alla loro causa. Ma la macchina del “progresso” non si può fermare.

Frasi celebri: Il geologo prova a spiegare agli aborigeni le ragioni degli scavi, uno di questi gli chiede: “Lei è crisitano?” “Sì”, risponde il geologo, “Che cosa farebbe se venissi con un bulldozer a distruggere la sua chiesa?”, il geologo non risponde.

Il Film: Uscito nel 1984, girato interamente in Australia, il film è stato presentato in concorso al 37° Festival del cinema di Cannes. Ha vinto il Deutscher Filmpreis, il più importante premio cinematografico tedesco, per il miglior film e la miglior fotografia. Il soggetto e la sceneggiatura sono del regista Werner Herzog.

Critica: Il film mette in mostra il contrasto che c’è tra l’idea di progresso a livello tecnologico, economico, e a livello umano, civile. Il messaggio è che il mito del progresso è, appunto, un mito. L’insieme dei sogni, delle tradizioni e delle speranze della comunità aborigena, come del resto i loro diritti, viene calpestato in nome dello sviluppo della civiltà. Si contesta apertamente l’ideale del profitto come unico scopo della vita e i grandi limiti della giustizia e della legge nelle società cosiddette civili (il processo, che si conclude con la vittoria della multinazionale, è fittizio, in quanto l’unica legge in vigore in Australia è quella del Commonwealth, scritta dagli stessi inglesi). Celebre la scena dell’ascensore, simbolo della tecnologia, che si guasta ripetutamente. Secondo una parte della critica il tentativo di fusione da parte del regista tra documentario, film drammatico e analisi psicologica e filosofia della vita non è perfettamente riuscita.

Il Regista: il regista tedesco Werner Stipetic, nome d’arte Werner Herzog, è autore di drammi e documentari incentrati sul tema del rapporto tra gli uomini e la natura; bravissimo a mettere gli uomini di fronte alla loro ipocrisia e alla loro arroganza; famoso per le immagini sublimi dei più bei paesaggi del mondo (celebre la scena finale di questo film, con il protagonista che si allontana dalla cinepresa e si dirige verso l’immensità del deserto australiano). Il senso filosofico dei suoi film è l’elogio di quella “follia” o diversità che sconvolge le abitudinarie certezze della civiltà moderna. I personaggi dei suoi film sono tutti ben definiti e molto curati emotivamente.



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