Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:08:06

American Sniper di Clint Eastwood è un film controverso

American Sniper di Clint Eastwood

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American Sniper di Clint Eastwood suscita un forte scetticismo perché il regista ha sempre palesato la sua fede repubblicana e il suo consenso alle operazioni militari in Medio Oriente. Il film a causa della sua struttura confusionaria finisce per essere la classica propaganda USA in stile “Zio Sam”.

Il soggetto e la sceneggiatura di American Sniper si basano sull’autobiografia del cecchino più letale della storia delle truppe USA: Chris Kyle, che in Iraq uccise 160 iracheni (numero confermato dal Pentagono). Una figura controversa e discussa: vero patriota per alcuni, spietato assassino per altri. Analizziamo quest’ultimo difficile lavoro del regista di San Francisco.

La trama dettagliata di American Sniper

Chris Kyle (Bradley Cooper) è un Texano cresciuto con i ferrei insegnamenti del padre: al mondo esistono pecore (i deboli), lupi (i malvagi) e i cani da pastore (i difensori dei deboli). Il regista ci fa vedere un Chris che da bambino sviluppa precocemente un forte sentimento di giustizia e lealtà, sbocciato per la prima volta per difendere il fratellino da un bullo. Kyle fa una vita da cowboy da rodeo, una sera però guarda il telegiornale e vede le tragiche conseguenze di attentati ai danni delle truppe USA in Iraq. Da un momento all’altro decide di dare una svolta radicale alla sua vita andandosi ad arruolare nei Navy Seals (Forze per Operazioni Speciali).

Durante l’addestramento Kyle dimostra di essere un eccellente tiratoreo e la sua bravura non passa inosservata: viene inserito nel programma per la formazione dei cecchini risultando in breve tempo uno dei migliori allievi. Nel frattempo conosce Taya (Sienna Miller), splendida ragazza con la quale intraprende una storia d’amore che sfocia dopo poco nel matrimonio. Proprio durante la cerimonia il Chris viene a sapere che la sua squadra è stata chiamata al fronte in Iraq.

Per quattro turni Chris svolge la sua missione di cecchino fornendo protezione ai suoi compagni e abbattendo un impressionante numero di nemici. Si guadagna il soprannome di “Leggenda” per gli amici e di “Diavolo” per i nemici e sulla sua testa viene messa una taglia di 180.000 dollari. Chris Kyle dà la caccia al braccio destro di Bin Laden al-Zarqawi, uccide Il Macellaio e sfida il cecchino nemico Mustafa.

Ma anche un uomo stoico e integerrimo come Chris non è immune agli orrori della guerra. Nonostante abbia creato una famiglia, Kyle non riesce a essere il padre e il marito che vorrebbe. Tornato definitivamente a casa, Chris deve riadattarsi a una vita da civile che non riesce a concepire e trovare un nuovo scopo nella vita, evitando che il tormento per coloro che non è riuscito a proteggere lo consumi.

sienna miller

American Sniper di Clint Eastwood non ha colto il segno

American Sniper è un film dalla doppia natura: se da una parte Eastwood riesce a portare sul grande schermo la brutalità, l’ingiustizia e la durezza del conflitto, dall’altra cade in banalità come la resa stereotipata degli iracheni. L’espediente thriller della sfida con il cecchino Mustafa serve tanto per dare un “cattivo” al film. Il personaggio interpretato da Cooper è descritto più come eroe piuttosto che un reale reduce tormentato.

Un altro punto a sfavore di Clint Eastwood è la palese preferenza per le scene delle manovre dei marines (tanto ben fatte da risultare reali) per poi ricorrere a uno scontatissimo rallenty digitale di un proiettile per il duello finale con il tiratore rivale. Stesso discorso vale per i dialoghi a volte efficaci e d’impatto a volte scontati e noiosi.

Bradley Cooper ha messo su 20 kg di muscoli in più per girare il film e la sua interpretazione non fa una piega ma a volte risente delle scelte di trama, risultando spesso spaesato. Pur cercando di restare fedele al soggetto originale, Eastwood descrive Chris Kyle in maniera decisamente confusa. Il quadro che emerge mostra un uomo dall’animo guerriero che non riesce a deporre le armi nel momento in cui ottiene la pace, un personaggio controverso che il regista non sa scegliere se ammirare o biasimare ma che certamente avrebbe meritato un approfondimento maggiore soprattutto nel finale.

Il finale trascurato

Infatti lo spettatore aspetta con ansia di scoprire in che modo Chris potrà reinserirsi nella società ma il tutto viene affrontato sbrigativamente negli ultimi 10/15  minuti di film per poi venire liquidato dalla sequenza decisamente troppo pro America del finale. Continuando col cast la brava Sienna Miller ha vita facile nel ruolo della moglie del soldato mentre il resto degli attori che vede nomi quali Luke Grimes e Sam Jaeger se la cava bene.

American Sniper dunque non è un film noioso o brutto ma è un lavoro non all’altezza dei precedenti film Clint Eastwood perché il regista non è riuscito a definirne bene la natura e a prendere una posizione sul suo protagonista. Come film di guerra funziona ma come biopic/drammatico no e in questa confusione il bollino di film propagandista resta.



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